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LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo > La Genesi > Capitolo VI - URANOGRAFIA GENERALE > La creazione primaria > 16
16. Riportandoci soltanto ad
alcuni milioni di secoli al di là dell’epoca attuale, verifichiamo che
la nostra Terra ancora non esiste, e neppure lo stesso sistema solare ha
ancora iniziato le evoluzioni della vita planetaria. E tuttavia già
splendidi soli illuminano l'etere; già pianeti abitati danno la vita e
l'esistenza a una moltitudine di esseri che ci hanno preceduto nella
carriera umana; le produzioni opulente di una natura sconosciuta e i
fenomeni meravigliosi del cielo sviluppano, sotto altri sguardi, i
quadri dell'immensa creazione. Ma che cosa dico?! Già hanno cessato di
esistere splendori che un tempo hanno fatto palpitare il cuore di altri
mortali all'idea dell'infinita potenza! E noi, poveri piccoli esseri che
veniamo dopo un'eternità di vita, noi ci crediamo contemporanei della
creazione!
Ancora una volta, cerchiamo di comprendere meglio la natura. Sappiamo che l'eternità sta dietro di noi, come davanti a noi, che lo spazio è teatro di una successione e di una simultaneità inimmaginabile di creazioni. Certe nebulose, che a stento noi distinguiamo nei più lontani punti del cielo, sono degli agglomerati di soli in via di formazione; certe altre sono vie lattee di mondi abitati; altre ancora, infine, sono sede di catastrofi o di deperimenti. Sappiamo anche che, come siamo collocati in mezzo a un'infinità di mondi, allo stesso modo siamo collocati in mezzo a una duplice infinità di durate anteriori e ulteriori. Sappiamo, infine, che la creazione universale non è affatto limitata a noi e che non possiamo applicare questa espressione alla formazione isolata del nostro piccolo globo.
Ancora una volta, cerchiamo di comprendere meglio la natura. Sappiamo che l'eternità sta dietro di noi, come davanti a noi, che lo spazio è teatro di una successione e di una simultaneità inimmaginabile di creazioni. Certe nebulose, che a stento noi distinguiamo nei più lontani punti del cielo, sono degli agglomerati di soli in via di formazione; certe altre sono vie lattee di mondi abitati; altre ancora, infine, sono sede di catastrofi o di deperimenti. Sappiamo anche che, come siamo collocati in mezzo a un'infinità di mondi, allo stesso modo siamo collocati in mezzo a una duplice infinità di durate anteriori e ulteriori. Sappiamo, infine, che la creazione universale non è affatto limitata a noi e che non possiamo applicare questa espressione alla formazione isolata del nostro piccolo globo.