IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI

Allan Kardec

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244. Davanti al pericolo dell'ossessione, ci si chiede se l'essere medium non sia una cosa incresciosa. Non è forse la facoltà medianica che la provoca? In una parola, non costituisce ciò una prova dell'inconveniente delle comunicazioni spiritiste? Facile è la nostra risposta, e noi vi preghiamo di riflettere su di essa con attenzione.

Non sono né i medium né gli Spiritisti che hanno creato gli Spiriti, bensì gli Spiriti che hanno fatto sì che ci fossero degli Spiritisti e dei medium. Non essendo gli Spiriti altro che le anime degli uomini, gli Spiriti ci sono dunque da quando ci sono gli uomini. Di conseguenza, essi hanno da sempre esercitato la loro influenza salutare o perniciosa sull'umanità. La facoltà medianica non è per loro che un mezzo di manifestarsi. In mancanza di questa facoltà, essi lo fanno in mille altri modi più o meno occulti. Sarebbe perciò un errore credere che gli Spiriti esercitino la loro influenza solo attraverso delle comunicazioni scritte o verbali. Questa influenza è di tutti gli istanti, e quelli che non si occupano degli Spiriti, o che addirittura non vi credono, sono esposti a soffrire come gli altri e anche più degli altri, perché non hanno nulla con cui controbilanciarla. La medianità è per lo Spirito un mezzo per farsi conoscere; se egli è malvagio, per quanto possa essere ipocrita, si tradisce sempre. Si può dunque dire che la medianità permette di vedere il proprio nemico faccia a faccia — se ci si può esprimere così —, e di combatterlo, ciascuno con le sue armi. Senza questa facoltà, egli agisce nell'ombra e, grazie alla sua invisibilità, può fare, e in realtà fa, molto male. A quante azioni, per sua disgrazia, è spinto l'uomo, e quante avrebbe potuto evitarne se avesse avuto un mezzo a illuminarlo! Gli increduli non pensano di pronunciare una così grande verità quando di un uomo che delinque con ostinazione dicono: "È il suo cattivo genio che lo porta alla rovina". Così la conoscenza dello Spiritismo, lungi dal favorire il dominio dei cattivi Spiriti, deve avere per risultato — in un tempo più o meno prossimo, e quando tale conoscenza si sarà propagata — quello di distruggere questo dominio, dando a ciascuno i mezzi per mettersi in guardia contro le loro suggestioni. E colui che soccomberà non potrà che prendersela con sé stesso.

Regola generale: chiunque abbia cattive comunicazioni spiritiste, scritte o verbali, è sotto una cattiva influenza. Questa influenza si esercita su di lui, ch'egli scriva o non scriva, vale a dire che egli sia o non sia un medium, ch'egli creda o non creda. La scrittura offre un mezzo per assicurarsi riguardo alla natura degli Spiriti che agiscono su di lui, e per combatterli se si tratta di Spiriti malvagi, la qual cosa avviene con un successo ancora maggiore, quando si giunga a conoscere il motivo che li spinge ad agire così. Se egli è così cieco da non comprenderlo, altri possono aprirgli gli occhi.

Riassumendo, il pericolo non sta nello Spiritismo in sé stesso, poiché esso può, al contrario, servire da timone e preservarci dai rischi che continuamente corriamo a nostra insaputa. Il pericolo sta nell'orgogliosa propensione di certi medium di credersi, troppo alla leggera, gli strumenti esclusivi di Spiriti superiori. Il pericolo sta nella specie di fascinazione che non permette loro di capire le balordaggini di cui sono interpreti. Anche quelli che non sono medium possono cascarci. Facciamo un esempio. Un uomo ha un nemico segreto — ch'egli non conosce — il quale sparge contro di lui, surrettiziamente, la calunnia e tutto quanto la più nera malvagità può inventare. Egli vede la sua fortuna disperdersi, i suoi amici allontanarsi, la sua felicità intima intorbidarsi. Non potendo scoprire la mano che lo colpisce, egli non può difendersi e soccombe. Ma un giorno questo nemico segreto gli scrive e, malgrado la sua scaltrezza, si tradisce. Ecco, dunque, scoperto il suo nemico. Egli può ora metterlo alle corde e risollevarsi. Tale è il ruolo dei cattivi Spiriti, che lo Spiritismo ci dà la possibilità di conoscere e di smascherare.